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venerdì 12 ottobre 2012

I colori dell'autunno (aki no iro-秋の色)


A come Autunno, in Giapponese aki (あき), amo questa stagione a ancor di più da quando ho deciso di trasferirmi in questa città. Se la primavera si fa amare per il suo colore meraviglioso dovuto ai milioni di fiori di ciliegio (sakura) che tingono di rosa e viola la città, non è da meno l'autunno che dispettoso ruba la tavolozza alla primavera e ridipinge la natura di rosso e giallo oro. Sono gli aceri giapponesi (momiji) i dominatori di questa stagione. Non importa il mio umore quando la mattina metto piede fuori casa, perchè abitando nelle vicinanza di un parco, mi basta aprire gli occhi quando esco dal cancello per ritrovarmi sempre e comunque capace di un sorriso. Ah! la natura. ah! questa terra. Pensavo che solo gli stranieri (gaijin) come me potessero sentirsi così e che i giapponesi fossero abituati a queste meraviglie, ma no, mi sbagliavo.
 Tutti, indistintamente si fermano ad osservare, sentono il profumo dell'autunno nell'aria, passeggiano per i boschi, si intrattengono seduti nei prati e chiacchierano allegramente godendo di questi piccoli raggi che passano attraverso le nuvole della stagione. Studenti, famiglie, bambini e uomini d'affari che in pausa pranzo consumano il loro bento sotto un albero. 
Uno spettacolo che si ripete ogni anno che si chiama Kouyou (こうよう) e che inizia ad ottobre al nord e si conclude al sud a fine novembre.
 I luoghi per godere in pieno di questa meraviglia sono tanti e i giapponesi li conoscono tutti, vicino Tokyo per esempio c'è un giardino in puro stile nipponico, il suo nome è Rikugien (giardino delle 6 poesie) e lì è possibile ammirare nella sua pienezza l'esplosione dei colore della natura. Poi c'è anche Tsuruoka hachiman-gu, il più importante santuario scintoista di Kamakura, luogo splendido, che proprio in autunno raggiunge il culmine della sua bellezza. 
Non potrò stancarmi mai di questi luoghi e, spesso, mentre passeggio in bicicletta e il mio spirito si riempie di quella calma che solo la natura può regalare e mi rivedo ancora qui tra 30 o 40 anni, a camminare ancora guardando questi colori e a stupirmi come adesso della perfezione della natura. Quella stessa natura che spesso gli abitanti delle città danno per scontato e che in moltissimi luoghi fa il suo corso senza neanche essere degnata di uno sguardo. Ma non qui. Qui tutti amano la natura, qui la rispettano e sanno che a volte può essere anche crudele.

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